Presentazione pubblica dell’Associazione Li.P.A.

“Liberi Professionisti Associati” di Capaccio-Paestum (SA)

 

Perché nasce una associazione tra liberi professionisti? Una delle motivazioni è perché si avverte sempre più forte il disagio diffuso derivante da un crescente scollamento fra i palazzi delle istituzioni ed i cittadini e da un crescente senso di inadeguatezza delle risposte che la Pubblica Amministrazione o non riesce a fornire

o fornisce in tempi non adeguati.

L’attuale modello di crescita e di sviluppo è in crisi ed investe non solo gli aspetti economici, ma anche sociali, ambientali e culturali. Pertanto, l’associazione nasce con la finalità di favorire un “laboratorio” di confronto e dialogo tra soggetti con esperienze culturali differenti e le istituzioni private e pubbliche.

Solo da un confronto aperto e da un dialogo costruttivo potranno nascere gli strumenti e le modalità di superamento di steccati ideologici, assumendo la consapevolezza che un mondo diverso non solo è possibile ma è necessario per il vivere civile.

Tutto ciò è possibile solo se ci si fonda su una nuova visione dei rapporti tra istituzioni e comunità, che si basano su un unico bagaglio di valori ideali di riferimento ben definiti e condivisi.

E’ necessario perseguire la pratica del “buon governo” affinché ogni atto della P.A. sia riconoscibile per trasparenza, moralità, competenza e professionalità. L’obiettivo principale dovrebbe essere in ogni caso la ricerca del bene collettivo, al di là degli interessi particolari. Pertanto, buon governo deve significare una P.A. competente e attenta alle problematiche dei cittadini, per poter rispondere in modi e tempi adeguati.

 

Gli ambiti a cui l’associazione vuole porre maggiore attenzione sono quelli:

-       dello sviluppo economico e delle politiche del lavoro legate in particolar modo alle arti e alle professioni;

-       dell’affermazione delle attività professionali per un sempre maggiore approfondimento anche attraverso la formazione professionale e l’innovazione;

-       delle attività culturali (convegni, incontri, dibattiti, ecc.);

-       della tutela e salvaguardia del patrimonio storico-culturale e paesaggistico, dell’ambiente e delle aree sensibili (centri storici, rurali, ecc.).

 

Gli scopi che l’associazione vuole promuovere sono:

-       iniziative e proposte operative sui temi dell’architettura, del territorio, dell’ambiente e del paesaggio;

-       iniziative di scambio di esperienze professionali e culturali;

-       iniziative con le istituzioni e gli enti del territorio;

-       iniziative con gli Ordini professionali nello spirito della collaborazione, per una maggiore affermazione dell’attività professionale;

-       iniziative tendenti alla salvaguardia e tutela delle specifiche figure professionali.

 

Il conseguimento di tali scopi è legato alle seguenti attività:

-culturali:                    tavole rotonde, convegni, conferenze, dibattiti, mostre,

                                   inchieste, seminari, ecc.

-editoriali:                   pubblicazione di atti di convegni e seminari, ecc.

-di formazione:            aggiornamento professionale, perfezionamento, ecc.

-di ricerca:                  gruppi di lavoro, gruppi di studio, commissioni, ecc.

-ricreative:                  viaggi in Italia e all’estero, stage, ecc.

Attualmente l’associazione è composta esclusivamente da tecnici (architetti ed ingegneri), tuttavia le richieste di partecipazione stanno arrivando anche da altri ambienti professionali (avvocati, ecc.). In risposta a tali richieste sono stati già organizzati degli incontri per poter trovare motivazioni comuni e strategie organizzative per poter affrontare “battaglie” comuni all’insegna della valorizzazione delle singole professionalità.

Il primo impegno dell’associazione ha visto il Consiglio Direttivo impegnato in un incontro con la Soprintendenza di Salerno e Avellino per discutere dei problemi di rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche. In intesa con il Soprintendente sono stati condivisi alcuni aspetti tecnici riguardanti il rispetto delle norme in materia di tutela paesaggistica.

Il secondo impegno è stato quello di organizzare un corso di formazione sulla certificazione energetica degli edifici, a cui stanno partecipando circa sessanta tecnici (architetti, ingegneri e geometri) provenienti anche dai Comuni limitrofi, presso la biblioteca comunale (sala Erica).

I prossimi impegni vedranno l’associazione impegnata su temi molto importanti e molto cari alla comunità capaccese, come il PUC o interventi urbanistici (progetti di finanza) che stanno concretizzandosi e che, a nostro avviso, non avranno come risultato quello di migliorare la qualità del territorio o la qualità di vita dei cittadini.

A noi sembra, invece, che stia avvenendo una ulteriore aggressione al territorio in quanto si afferma che questi progetti siano di riqualificazione di aree degradate, che in realtà non sono affatto degradate. In questo modo si giustificano interventi di spazi pubblici ma con la contropartita di interventi edilizi (in poche parole altri fabbricati) che andranno solo a congestionare il territorio di Capaccio Scalo che è già stato fortemente violentato dalle recenti lottizzazioni.

Sarebbe auspicabile una svolta epocale in questo paese per quanto riguarda una effettiva tutela e valorizzazione del territorio. Da tempo stiamo affermando su questa testata che Capaccio Scalo ha bisogno di interventi di riqualificazione urbanistica e di miglioramento degli standard urbanistici (verde, ecc.). Non ha assolutamente bisogno di altro costruito o di spazi pubblici decongestionati da una densità edilizia ormai al collasso.

Su questa testata si era evidenziato, inoltre, come un progetto organico su tre aree strategiche (la prima dietro il Consorzio di Bonifica, la seconda a ridosso di via Fornilli e la terza a ridosso di via Nassyria) mediante la realizzazione di infrastrutture, parcheggi e verde attrezzato potesse riequilibrare il tessuto urbano di tutto il comparto Capaccio Scalo.

Su questo tema avremmo sperato che potesse nascere una maggiore sensibilità e responsabilità e si potesse creare un dibattito aperto e costruttivo. Tutto ciò non è avvenuto e né siamo rammaricati, tuttavia non perderemo la volontà di essere propositivi e aperti al dialogo con chiunque abbia voglia di confrontarsi con noi.

 

IL PRESIDENTE

Arch. Carlo GUIDA